martedì 18 maggio 2010

Vale la pena studiare cinque anni e sostenere le tasse universitarie e una vita da studente per lavorare come farmacista in Italia?

Se il lavoro prevede personalmente il passaggio della farmacia per via generazionale padre-figlio, certo che vi consiglio di seguire questo indirizzo universitario, ma cosa succede se non si ha questa fortuna? Provare i concorsi di stato con un altro migliaio di colleghi per avere una propria farmacia in gestione o dover lavorare come dipendente? O forse la soluzione più intelligente e' quella di cambiare facoltà?
Sono un farmacista italiano ed ho passato i miei cinque anni universitari tra i libri di studio, il pallone ed il lavoro per contribuire attivamente all'adempimento delle tasse universitarie. Dopo l'ottenimento del titolo mi sono trasferito in Inghilterra, per completare la conoscenza della lingua inglese, grave lacuna delle scuole italiane. Ora lavoro qui, in un anno sono passato attraverso il lavoro di farmacista, di manager di farmacia e ancora più interessante, farmacista ospedaliero. Proprio quel tipo di farmacista che in Italia richiede 3 anni di studio e un posto di lavoro da borsista, perche’ la meritocrazia non e' sempre parte della nostra cultura.

Vi racconterò le mie esperienze, le differenze tra l'Italia e l'UK. Se avete bisogno vi aiuterò nel risolvere le vostre difficoltà nel trasferirvi in questo paese.

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